“La redditività delle industrie di elettrodomestici operanti in Italia ha toccato i minimi storici. Se le istituzioni non ci risponderanno saremo costretti ad abbandonare il Paese”. È quanto dichiarato da Andrea Sasso, presidente di Ceced Italia, durante la conferenza di presentazione dei dati di fine anno tenutasi oggi a Milano. Il calo delle vendite in Italia e in molti Paesi dell’Europa occidentale sta diventando strutturale, ha spiegato Sasso. La produzione italiana si attesta oggi a 17 milioni di pezzi: “siamo ritornati ai volumi di 20 anni fa, con un calo del 40%”. L’associazione sta redigendo la seconda edizione dell’Osservatorio strategico, in uscita entro il primo trimestre del 2012, che analizza lo stato dell’arte dell’industria dei grandi elettrodomestici e dei componenti e fornisce alcune proposte per la sopravvivenza del comparto in Italia, da presentare alle istituzioni. L’analisi, come spiegato da Luigi Campello, direttore generale di Electrolux Italia nonché a capo della task force che ha realizzato l’Osservatorio, evidenzia che dal 2007 la produzione di frigoriferi, lavabiancheria e lavastoviglie è praticamente dimezzata. Per far fronte alla crisi, le aziende hanno deciso di mantenere in Italia le produzioni a più alto valore aggiunto, portando all’estero le altre. Ma tutto ciò non è bastato “per due motivi: il crollo della domanda in Europa occidentale, mercato di destinazione dei prodotti realizzati in Italia, e il miglioramento della qualità degli elettrodomestici prodotti nei Paesi con minore costo del lavoro” ha precisato Campello. Tale situazione “minaccia la sopravvivenza delle imprese ormai non più nel medio, ma nel breve termine, e obbligherà le aziende a portare via dall’Italia non solo le fabbriche, ma anche i centri di ricerca, che anche le multinazionali straniere hanno volutamente impiantato nel nostro Paese, per la competenza che vanta in questo settore” ha aggiunto Sasso. Cosa propone alle istituzioni l’Osservatorio per scongiurare tale eventualità? “Parleremo di costo del lavoro, inteso come cuneo fiscale, chiederemo supporto ai forti investimenti effettuati fin’ora in termini di innovazione, tutti autofinanziati, incentivi fiscali che consentano di mantenere i centri di ricerca nel nostro Paese e una tutela del mercato tramite controlli più severi delle importazioni” ha concluso Campello. © RIPRODUZIONE RISERVATA In caso di citazione si prega di citare e linkare progettocucinabiz.it