Ceced, i nodi più urgenti da sciogliere

Franco Secchi, presidente di Ceced Italia, dà il suo giudizio sull’anno che sta per finire al tradizionale incontro stampa dell’associazione. “Il 2013 è stato stagnante negli elettrodomestici, con un certo divario fra sell in e sell out. Nei primi 10 mesi dell’anno, il sell in è stato del -2%, mentre il sell out è stabile rispetto al 2012. È troppo presto per dire che stiamo uscendo dal tunnel, sono cauto, ma è importante guardare alla positività del momento, ad esempio all’effetto degli incentivi, che secondo i dati del trade stanno dando buoni frutti”. Secchi ha sottolineato i temi su cui si è focalizzata l’attività dell’associazione: “Di fondamentale importanza per il settore è il mantenimento di queste misure almeno per tutto il prossimo anno, altrimenti non si tratta altro che una forma di droga per il mercato. Ci siamo impegnati a fondo in questa direzione”. Altro argomento, il recepimento della direttiva Raee: “Domani mattina al Consiglio dei ministri verrà esaminata la bozza del testo di legge, in cui sono stati recepiti molti punti proposti da noi, che ci siamo occupati anche di coinvolgere le diverse associazioni di categoria, realizzando un documento programmatico unico”.Un’altra priorità è il confronto con le istituzioni: “Il tavolo di lavoro con il Ministero dello sviluppo economico è necessario. I nodi da sciogliere sono urgenti: se prima erano in crisi i siti produttivi, ora a essere in pericolo è l’intero settore, compresi i centri di innovazione e sviluppo”.In quest’ottica, Ceced sta lavorando con Confindustria al progetto ”Orizzonte”, iniziativa strategica per difendere il patrimonio del settore degli elettrodomestici, identificando delle proposte concrete per il suo rilancio. Il documento frutto di questo studio sarà presentato a febbraio. Al progetto collaborano le associazioni territoriali nelle aree in cui la presenza del comparto è rilevante. In particolare, spiega Andrea Bairati, direttore politiche territoriali, innovazione ed education di Confindustria: “In questo dossier di politica industriale, le priorità sono state l’analisi delle realtà che hanno superato al meglio la crisi grazie a un’offerta ad alto valore aggiunto, così come sottolineare l’importanza di un piano coordinato nel breve e nel lungo termine fra territori e filiera produttiva, che prevederà un ruolo attivo dei privati e del Governo”.
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