Il ‘termometro’ di Altroconsumo fotografa la capacità delle famiglie di affrontare le spese quotidiane. Il dato 2023 è peggiorato rispetto al 2022: una famiglia italiana su 10 risulta in gravi difficoltà economiche, tre famiglie su quattro (74%) hanno avuto difficoltà a risparmiare (+4 pp sul 2022)
La situazione per il 2024 è vista in ulteriore peggioramento: un terzo degli intervistati (32%) ritiene che avrà più difficoltà a sostenere le spese della famiglia
Il peggioramento costante registrato a partire dal 2021 sembra essersi fermato, nel 2023 ma ancora non si registra alcuna ripresa e la situazione si conferma allarmante. L’Organizzazione di consumatori – insieme alle omologhe di Spagna, Belgio e Portogallo che fanno parte di Euroconsumers registra una stabilizzazione – ma a livelli ancora negativi – della capacità di sostenere le spese correnti nei sei ambiti analizzati: abitazione, mobilità, salute, alimentazione, istruzione, cultura e tempo libero. L’indice di quest’anno è pari infatti a 45,1 (-0,1 rispetto al 2022), una lievissima flessione che fa tuttavia segnare un nuovo record negativo da quando l’indagine viene svolta, ovvero dal 2018.
Solo una famiglia su quattro (27%) ha dichiarato di non aver avuto nessuna difficoltà nel sostenere le spese e quelle che hanno avuto grosse difficoltà sono passate dal 35% al 40%.
Sembra dunque che il rallentamento dell’inflazione così come le politiche messe in campo a sostegno ai redditi, dalla proroga del taglio del cuneo fiscale, alle iniziative per il contenimento dell’inflazione e ai diversi bonus attivati o prorogati, dalla prima tranche di fondi sbloccati per la sanità alla messa a terra del Pnrr, non stiano avendo le ricadute positive che ci si attendeva.
Metà degli italiani fanno fatica a sostenere le spese per l’abitazione
Nel 2023 gli ambiti che creano difficoltà al maggior numero di famiglie sono le spese per l’abitazione (51% ha avuto difficoltà a sostenerle) e per la salute (47%), seguite da altri due aspetti rilevanti come la mobilità (42%) e, soprattutto, l’alimentazione (41%). Il peggioramente più evidente rispetto al 2022 lo registrano salute e alimentazione, con un aumento delle famiglie in difficoltà di 5 e 4 punti percentuali rispettivamente. Guardando nel dettaglio si scopre che le voci più problematiche sono visite mediche (52%, in aumento di 4 punti percentuali rispetto al 2022) e cure dentistiche (51%), per quanto riguarda la salute; carne e pesce (47%) e frutta e verdura (44%) per quanto riguarda l’alimentazione, con aumenti sostenuti, pari a 7 punti percentuali per entrambe le voci. In crescita anche il numero di quanti fanno fatica a concedersi qualche sfizio come andare al bar o al ristorante (44%, 8 punti percentuali in più rispetto al 2022).
Salute e alimentazione sono ambiti che influenzano fortemente la qualità di vita delle persone e la difficoltà a far fronte alle spese per provvedervi mette a rischio la tenuta sociale e minaccia i diritti fondamentali dei cittadini. Dai dati emersi appare evidente l’inefficacia delle iniziative intraprese dalla politica, sia sul fronte della lotta all’inflazione del carrello della spesa (Carrello Tricolore), sia per quanto riguarda il contrasto all’allungarsi delle liste di attesa, un fenomeno che spinge gli italiani a fare sempre più ricorso al privato, con un esborso significativamente maggiore e alla portata di pochi fortunati. Secondo gli ultimi dati disponibili la spesa sanitaria privata nel 2022 ha raggiunto i 40,1 miliardi di euro[1] e nel 2023 il 7%[2] di chi aveva bisogno di cure ha rinunciato per problemi economici o legati alle difficoltà di accesso al servizio.
Confronto fra aree geografiche
Le difficoltà a sostenere le spese sono maggiori al Centro (indice pari a 43,5) e al Sud e isole (43,6); migliore invece la situazione al Nordest (45,3) e soprattutto al Nordovest (47,5).
Non sorprende quindi che le Regioni in cui si riesce ad affrontare meglio le spese restino principalmente nel Nordovest. Il valore dell’indice è significativamente superiore alla media per Liguria (49,3), Lombardia (48,3) e Piemonte (47,1). Le regioni invece in cui la capacità di sostenere le spese è inferiore alla media sono: Umbria, Campania, Calabria e Abruzzo.
Le aspettative per il 2024
L’indagine rileva, inoltre, le previsioni per il 2024: ancora una volta si conferma la tendenza di consumatori e famiglie italiane a guardare al futuro con timore e pessimismo. Le attese sono infatti di un ulteriore peggioramento della situazione: l’indice che riflette le aspettative per l’anno in corso è inferiore di 1 punto rispetto a quello registrato per l’anno trascorso. Un terzo degli intervistati (32%) ritiene che la sua famiglia avrà più difficoltà a sostenere le spese nel 2024 rispetto a quanto avvenuto nel 2023. La metà (50%) stima che la situazione resterà invariata, mentre solo il 19% prevede che sarà più facile.
Aspettative al ribasso anche per la capacità di risparmio: il 76% ritiene che sarà difficile per la propria famiglia mettere soldi da parte nel corso del 2024 e ben il 44% immagina che sarà molto difficile, se non impossibile, farlo (rispetto al 40% del 2023).
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