Camera con bonus: la carica dei 500 emendamenti

Tutti i partiti chiedono al governo di consentire la cessione del credito per gli interventi fatturati prima del 16 febbraio che non richiedono Cilas (caldaie, condizionatori, pompe di calore, infissi). FLA, Assoclima e altre Associazioni chiedono anche di mantenere lo sconto in fattura per i bonus elettrodomestici e condizionatori. I correttivi vanno presentati entro martedì 7 febbraio a mezzogiorno.
L'aula di Montecitorio che ospita la Camera dei Deputati (Shutterstock)

C’è tempo entro mezzogiorno di martedì 8 febbraio per presentare in commissione Finanze alla Camera. i correttivi al decreto legge con cui il governo ha bloccato le cessioni e gli sconti in fattura per i bonus edilizi a partire dal 17 febbraio.

FederLegnoArredo, Assoclima, Anima… praticamente tutte le Associazioni di categoria hanno spinto con forza tutte le loro leve e secondo il Sole24Ore alla Camera saranno presentati almeno 400/500 emendamenti d parte di deputati sia dell’opposizione sia della maggioranza. 

Condizionatori, caldaie e infissi: cessione del credito per chi ha già pagato 

Tutti i partiti chiedono di riaprire i termini da cui far scattare il blocco delle cessioni e degli sconti in fattura. nota Il Sole24Ore: soprattutto per gll interventi che non richiedono  Cila o altro destinati all’efficientamento energetico: infissi, caldaie e condizionatori. Diverse migliaia di privati hanno già ricevuto e pagato la fattura per interventi che non sono iniziati prima del 16 febbraio e quindi al momento non più cedibili. Non c’è rischio di ‘furbetti’ perchè la data del pagamento p confermata dai bonifici ‘parlanti’ necessari per accedere a questo tipo di bonus.

Gli ‘esodati’ del bonus potrebbero trovarsi a pagare quasi il doppio del previsto . Una serie di emendamenti diciamo ‘minimalisti’ chiede di estendere la cessione agli interventi fatturati prima del 16 febbraio. Altri ‘massimalisti’ chiedono invece di prorogare lla cessione del credito o lo sconto in fattura fino alla fine del 2023.

Sismabonus riattivato per le ricostruzioni post terremoto 

Lo stop al decreto pare aver fermato le necessarie opere di ricostruzione nelle zone colpite da terremoti negli scorsi anni: un risultato paradossale e non voluto. Molti deputati presenteranno proposte volte a riaprire i termini per i lavori già programmati ma non ancora iniziati in quelle aree.

Compensazioni con gli F24 per le cessioni ‘incagliate’

Le banche affermano di non poter più accettare cessioni di crediti da parte delle aziende che hanno eseguito o stanno eseguendo interventi (soprattutto per il Superbonus 110% e il Sismabonus). La proposta è di consentire in qualche misura alle banche di utilizzare i ‘debiti fiscali’ dei loro clienti. In pratica le banche addebiterebbero i conti dei clienti privati e aziendali che presentano gli F24 ma verserebbero all’erario dei crediti fiscali derivanti dai Bonus. A seconda delle proposte questa opportunità potrebbe essere concessa per tutti i crediti fiscali o solo per quelli derivanti da certe categorie di utilizzatori finali (Onlus, Iacp).Tutte le associazioni lo richiedono, dall’Abi ai costruttori, dalle imprese agli autonomi e agli artigiani.

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