Beko Europe ha illustrato al Ministero delle imprese e del Made in Italy e ai sindacati il suo piano di trasformazione aziendale a lungo termine per l’Italia. Il piano parte dalla considerazione che gli attuali tassi di utilizzo della capacità in Italia sono insostenibili, scendendo a una media inferiore al 40 percento quest’anno, il 20 percento in meno rispetto al 2017.
Il piano di trasformazione aziendale annunciato ottimizzerà le operazioni esistenti e rimodellerà la presenza dell’azienda in Italia per creare un’impronta sostenibile a lungo termine. Il suo obiettivo è preservare una solida base manifatturiera in Europa, con l’Italia posizionata come hub strategico all’interno del business globale di Beko.
L’Italia sarà il centro di eccellenza di Beko per il design industriale globale e la cucina globale, inclusa la ricerca e sviluppo (R&S), sostenuta da un investimento di 110 milioni di euro. Il nuovo investimento consentirà la progettazione di nuovi prodotti, sfruttando la robotica, l’automazione e la digitalizzazione. L’Italia rimarrà un centro decisionale chiave in tutte le funzioni strategiche, tra cui risorse umane, marketing, catena di fornitura, IT, R&S e progettazione del prodotto.
Italia polo della cottura
Con l’Italia come polo produttivo per la cottura, Beko Europe lancerà una nuova serie di prodotti da incasso nei prossimi anni, tra cui microonde, forno e piani cottura a induzione per coprire la gamma base e premium nei suoi stabilimenti di Melano (AN) e Cassinetta di Biandronno (VA). Le operazioni in entrambi questi stabilimenti saranno semplificate e riceveranno investimenti per aumentare l’automazione e l’efficienza.
Lo stabilimento di Carinaro sarà mantenuto come centro di distribuzione ricambi europeo dell’azienda, insieme alle operazioni di ricondizionamento degli elettrodomestici avviate nel 2023, con un processo di ottimizzazione del personale avviato.
Pollice verso invece per il sito di Siena (congelatori) che continuerà la produzione solo nel 2025 e per Comunanza. Per il sito di refrigerazione di Cassinetta di Biandronno (VA) verrà avviata una razionalizzazione delle attività produttive mantenendo attiva la produzione per tre delle cinque linee attualmente in funzione. Gli esuberi relativi alle unità produttive interessate di Cassinetta, Siena e Comunanza sono stimati in 1.151.
Il piano prevede anche guadagni di efficienza nei modelli organizzativi degli attuali assetti produttivi per gli stabilimenti di forni da incasso e forni a microonde da incasso a Cassinetta di Biandronno (VA) e per lo stabilimento di piani cottura da incasso a Melano (AN), che beneficeranno di investimenti in automazione ed efficienza dei processi. È inoltre previsto un ridimensionamento della forza lavoro nei siti di Melano (AN) e Carinaro (CE), stimato rispettivamente in circa 60 e 40 persone.
Esuberi per impiegati e dirigenti
L’adeguamento delle funzioni centrali a Milano e Fabriano e dei team di R&S a Cassinetta di Biandronno, Milano e Fabriano mirano a rimuovere le strutture duplicate, con licenziamenti stimati che riguardano 678 posizioni.
Il piano ha incontrato la dura opposizione tanto del Mimit, quanto dei sindacati. Il sottosegretario con delega alle crisi d’impresa, Fausta Bergamotto ha spiegato di «non condividere» e di non poter accettare «il piano presentato dai vertici di Beko Europe. Faremo rispettare la golden power, che per noi significa tutelare l’occupazione». Il sottosegretario Bergamotto ha aggiunto anche che il Governo non accetterà «conclusioni che non siano condivise con le organizzazioni sindacali. Eserciteremo ogni tipo di azione possibile affinché la proprietà cambi strategia». In una nota congiunta Fim, Fiom, Uilm e Uglm hanno annunciano la mobilitazione e fatto un appello al Governo affinché «eserciti subito la golden power. Ora è il momento di passare ai fatti». Il tavolo è stato riconvocato per il 10 dicembre.
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