«Le marche contano ancora ma devono diventare icone, ovvero essere in grado di evocare la possibilità di esperienze inedite». Lo ha dichiarato Giuseppe Minoia, presidente onorario di GfK al seminario annuale GfK – Consumer Experience, dedicato al tema “Disintermediazione, tra empowerment individuale e condivisione digitale”. Partendo dal presupposto che oggi si predilige l’accesso ai beni piuttosto che il possesso, e che i consumatori, sempre secondo Minoia, «si sentono più potenti, vogliono essere sempre più informati e sorpresi», l’istituto di ricerca si è chiesto quali siano le nuove leve per vendere. Se attualmente la tendenza è quella dell’acquisto intelligente, per costruire la fiducia intorno a un brand i valori più importanti sono l’autenticità, la trasparenza e l’accessibilità. In questo contesto «si affermano modelli di consumo basati sulla rete di pari», spiega Paolo Salafia, senior insights director di GfK, «grazie a piattaforme digitali che mettono in contatto domanda e offerta». Ovvero diventano strategici blog in cui gli utenti si scambiano pareri su beni e servizi e in cui le aziende diventano oggetto di queste “discussioni”. Tali comportamenti nascono non solo per risparmiare denaro (per il 32% dei consumatori), ma anche tempo (20%), per un’esigenza di semplificazione (24%), per fare nuove esperienze uniche (18%), per concedersi lussi (16%) e per vivere più ecologicamente (23%).
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