Il problema è semplice: gli stabilimenti italiani non producono gli elettrodomestici di classe B che sarebbero incentivati dal cosiddetto ‘Bonus elettrodomestici’. L’incentivo quindi finirebbe per aiutare la produzione tedesca o polacca e non quella italiana.
È strano che questa considerazione non sia emersa nei mesi scorsi, anche considerato che l’emendamento alla ‘Finanziaria’ ricalcava una proposta scritta in stretta collaborazione con l’Associazione di categoria dei produttori italiani.
L’elettrodomestico acquistato deve semplicemente avere una classe superiore a quello conferito
È stato presentato in commissione Affari economici un emendamento scritto dal deputato Silvio Giovine che riscrive la norma approvata a fine 2024 togliendo il riferimento alla classe B come condizione obbligatoria per accedere all’incentivo. Si richiede quindi che l’elettrodomestico incentivato sia
> prodotto nell’Unione europea
> di classe energetica superiore a quello conferito per lo smaltimento
Incentivo semplificato con lo sconto in fattura
Novità anche sul fronte del decreto attuativo interministeriale: il meccanismo di incentivazione prevede di riconoscerlo tramite un semplice sconto in fattura che il retailer recupererà sotto forma di credito d’imposta in compensazione insomma lo stesso meccanismo utilizzato per il Bonus Tv del 2021.
Le attività istruttorie di verifica e di controllo saranno svolte da Invitalia. I costi della gestione (2 milioni) sono detratti dalla ‘dote’ del provvedimento che quindi scende di fatto a 48 milioni.
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