Beko Europe: cosa accadrà in Italia? Parla Hakan Bulgurlu

Il Ceo di Arçelik si dà almeno tre mesi di tempo per valutare l'efficienza delle basi produttive ex Whirlpool in Italia e decidere quali lavorazioni spostare in altri stabilimenti e quali importare
||Ragip Balcioglu Ceo di Beko Europe

Quali prospettive per le attività italiane della ex Whirpool Emea ?  A questa domanda che finora non ha avuto una risposta chiara cerca di rispondere il Corriere della Sera intervistando Hakan Bulgurlu, Ceo di Arçelik.

Beko Europe, il colosso nato dalla fusione fra le attività di Arçelik e quelle, in Europa ben pià consistenti, di Whirlpool avrà 20 mila dipendenti in Europa, 4 stabilimenti a Cassinetta, Melano. Comunanza e Siena ai quali si aggiungono gli uffici dell’ex HQ Whirlpool recentemente sposatto da Pero a Milano – Certosa.

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Ragip Balcioglu Ceo di Beko Europe

Il quartier generale di Beko Europe sarà ad Amsterdam e lì lavorerà il Ceo Ragip Balcioglu ma la maggior parte delle persone dell’ex quartier generale Whirlpool continuerà a lavorare da Milano“, ha detto  Bulgurlu.

Licenziamenti? Chiusure di stabilimenti? L’unica cosa certa è che a breve non accadrà quasi nulla. “Non ci faremo prendere da impegni o decisioni affrettate”, ha detto il numero uno di Arçelik, “vogliamo comprendere nel dettaglio gli asset, le competenze e la piattaforma di cui disponiamo. I prossimi tre mesi saranno dedicati alla valutazione di come l’integrazione possa funzionare e del livello di efficienza delle fabbriche“.

Pannelli solari in Italia

A livello industriale lcune lavorazioni potrebbero essere portare fuori dall’Italia e altre invece portate in Italia. “Non escludiamo di introdurre anche altre produzioni come ad esempio i pannelli solari”. A livello di uffici Bulgurlu sottolinea che Beko a differenza di Whirlpool non aveva una organizzazione europea gli overlap quindi, le sovrapposizioni sono ridotte.

Sul futuro del settore, Bulgurlu ha confermato la sua visione pessimistica. “L’industria degli elettrodomestici in Europa è in calo da tre anni  e non sono ottimista per il 2024. Prima o poi però ci sarà una inversione di tendenza“.

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