Paolo Fantoni, Presidente di Assopannelli.I numeri un po’ tradiscono: il calo del 13,7% nelle vendite di pannelli in legno registrato dal Monitor di FederLegnoArredo riflette infatti in parte la riduzione nei listini, resa possibile dal miglioramento nei costi di energia e materia prima.
In ogni caso la situazione dei mercati a valle: principalmente produzione di mobili per cucine e bagni, con la stagnazione della produzione in volumi non aiuta il settore. Il Sole 24 Ore di venerdì 21 luglio riporta i dati della European Panel Federation (Epf) rileva nei primi tre mesi un andamento molto negativo per tutte le tipologie di pannello, con una riduzione complessiva dell’8% per la produzione e del 6% per le vendite.
In Italia l’export nel primo trimestre ha tenuto (+3,2%) ma le vendite sul mercato interno sono scese del 18%. La previsione per il 2023 è di chiudere l’anno con un calo dell’11% in valore.
«Nonostante le difficoltà, soprattutto relative ai costi energetici e delle materie prime, il 2022 si è chiuso molto bene, con un valore della produzione di oltre 3 miliardi. Ma sembra passata un’era geologica. Ora la situazione è molto diversa», ha spiegato al Sole 24 Ore Paolo Fantoni, presidente di Assopannelli, l’associazione di FederlegnoArredo che ha tenuto la sua assemblea annuale.
Assopannelli, attraverso la Associazione Europea di cui fa parte, lamenta la ‘concorrenza’ per la materia prima da parte dei sistemi di riscaldamento che usano pellet o cippato a livello residenziale o di centrali che rappresentano il principale utilizzo dei 500 milioni di meri cubi di alberi che vengono tagliati in Europa ogni anno. Una strada in salita visto l’entusiasmo per l’energia da legno nei Paesi di lingua tedesca.
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