Per la prima volta un produttore europeo di pietre ingegnerizzate, la ceca Technistone raccoglie la sfida lanciata in Australia, dove il governo ha proibito la produzione di quarzi e pietre artificiali e alcuni retailer (come Ikea) hanno rifiutato di venderle.
Il tema a dire il vero non è tanto la pietra in sè, quanto il modo con cui viene tagliata per adeguarla alle misure volute. Il taglio ‘a secco’ potrebbe liberare particelle infinitesimali che potrebbero penetrare nei polmoni di chi le lavora, un po’ come accadeva per l’amianto.
Technistone ha deciso di non fornire più pietra ai cucinieri che tagliano ‘a secco’ le sue pietre, informa il sito inglese Kbbreview. La posizione dei produttori di pietre più attenti al problema, come la israeliana Caesarstone è infatti chiara: il prodotto è sicuro se è lavorato nel modo appropriato” e la Federazione dei produttori di piani di lavoro inglese ha confermato che non c’è alcun bisogno di proibire le pietre in se ma solo di applicare in modo rigoroso le migliori pratiche per il loro taglio. Concretamente il aglio deve avvenire sotto una pioggia di acqua per far cadere a terra le particelle di silice, in ambienti con ventilatori e aspiratori nei quali l’aria è continuamente controllata e il personale indossa le adeguate misure di protezione”.
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