Anche negli elettrodomestici c’è spazio per l’emozione

Anche nell’acquisto di un bene scarsamente “emozionale” come gli elettrodomestici, tra il 50% e il 95% delle scelte umane sono determinate da meccanismi inconsci di cui le emozioni sono attivatori fondamentali. Sono questi alcuni degli elementi emersi da “Neuromarketing e retail design: dalla teoria alla pratica” il seminario tenuto recentemente da Popai con l’obiettivo di mostrare gli sviluppi della ricerca neuroscientifica sul consumatore e sui comportamenti di acquisto nel settore degli elettrodomestici. All’evento ha partecipato, fra gli altri, anche BrainSigns, una compagnia di spinoff dell’Università di Roma La Sapienza che fa ricerca applicando la registrazione di segnali fisiologici di attività cerebrale e di reazione sensoriale e che ha condotto lo studio.

In questo frangente sono stati presentati i risultati di un test pilota effettuato per verificare l’efficacia di un espositore per lavatrice in testata di gondola realizzato dall’agenzia Ottosunove per Bosch Elettrodomestici.

Il test ha coinvolto un gruppo di volontari in target 25- 50 anni che ha visitato un reparto lavatrici per circa dieci minuti indossando occhiali da eyetracking e strumenti di misurazione dei biofeedback, per misurare la direzione degli sguardi e la risposta emozionale dei visitatori. Al termine è stato somministrato ai partecipanti un breve questionario sull’esperienza fatta. In base a quanto scritto, il 70% dei soggetti che hanno partecipato al test ha dichiarato di avere un elevato coinvolgimento nell’attività di acquisto e di shopping, e di attribuire molta importanza all’atmosfera del punto vendita, nonché alla marca e al prodotto da acquistare. Nel test pilota, tuttavia, è stato scoperto che l’indice emotivo della shopping experience nel reparto lavatrici è negativo e corrisponde a uno stato di stanchezza e disinteresse da parte dei clienti.

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