Affitti troppo cari: diminuiscono i negozi nel centro delle città

L’Osservatorio Confesercenti ha fornito i numeri delle imprese del commercio e del turismo aperte lo scorso anno. La tendenza evidenziata è che il commercio tradizionale tende a “uscire” dai punti vendita per seguire la strada di Internet. La causa secondo Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti, è da indentificarsi nel “caro affitti e nell’incremento di imposte e tariffe”. Non a caso si è verificato un boom delle bancarelle e degli ambulanti: “I settori più dinamici siano quelli che presentano meno spese di avvio e costi di gestione più leggeri, come per l’appunto i banchi e le attività di ristorazione mobili”, prosegue Bussoni, “e stanno ridisegnando i contorni delle nostre città, in particolare dei centri storici, dove i negozi continuano a diminuire, sostituiti solo parzialmente da pubblici esercizi e bancarelle”. La situazione attuale vede dunque “l’avanzamento del livello di desertificazione delle attività commerciali e turistiche nei centri urbani. Secondo i nostri calcoli, un locale su quattro in Italia è ormai sfitto per mancanza d’impresa: per questo abbiamo proposto, tra le altre cose, misure di contrasto al caro affitti attraverso la possibilità di canoni concordati e cedolare secca anche per le locazioni commerciali”.

L’analisi di Confesercenti segnala la nascita, nel 2015, di 9.705 bancarelle di prodotti vari (pari alla nascita di un nuovo esercizio ogni ora), di 8.627 ristoranti e di 2.573 negozi per la vendita attraverso Internet.

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