Questo articolo fa parte dell’inchiesta sull’evoluzione della cucina vista dai progettisti, apparsa sul numero di ottobre di Progetto Cucina. Per leggere tutta l’inchiesta e l’intero numero, ricorda che la versione digitale è disponibile su Apple Store e Google Play. Altrimenti scarica il pdf qui!
Raffaella Mangiarotti, architetto e designer, vive e lavora a Milano. È ricercatrice presso il Politecnico di Milano e, dopo una collaborazione con Marco Zanuso e Francesco
Trabucco, ha fondato deepdesign, con Matteo Bazzicalupo, uno studio che si occupa della progettazione di prodotti innovativi e di massa. Nel 2010 ha fondato anche lo studio
Raffaella Mangiarotti: da sola, infatti, ama occuparsi di furniture design, art direction, showroom e stand espositivi, Dal 2017 al 2024 è stata nominata Ambasciatrice del Design Italiano nel mondo.
La cucina è l’ambiente della casa che racconta, più degli altri come sta cambiando la vita quotidiana delle persone: dal punto di vista del progetto, in quale fase si percepisce maggiormente un cambiamento e, in pratica, dove si dimostra?
Nel passato, la cucina nasce come luogo separato, dedicato esclusivamente alla preparazione del cibo. Nella cucina di Francoforte i modelli di riferimento sono il laboratorio e la farmacia. Un ambiente separato soprattutto per le condizioni igieniche e molto organizzato con uno studio importante delle funzioni d’uso. È nel modello americano degli anni ’50 che la cucina diventa più aperta con le prime soluzioni a isola e penisola. Progressivamente acquista sempre più centralità nello spazio della casa, diventando uno dei luoghi più importanti di relazione. Secondo Cini Boeri la cucina nella progettazione della casa è “il luogo dell’impegno comune” contrapposto agli spazi invece dedicati alla riflessione individuale, come lo studio. Le cucine diventano sempre più isole multifunzionali. Non più solo luogo di preparazione dei cibi, ma anche di molte altre attività quotidiane, dallo svolgere i compiti con i bambini no alla più generale socializzazione con la famiglia e gli amici. Sfumando sempre di più il con ne tra cucina e soggiorno, la cucina comincia a includere elementi come poltrone e divani, creando un ambiente multifunzionale aperto che contribuisce a migliorare la comunicazione e il senso di connessione tra i membri della famiglia in un momento in cui le tecnologie sembrano produrre isolamento e distanza.
Quali sono le richieste per quanto riguarda la distribuzione delle diverse zone operative e conviviali?
Le richieste di aziende e clienti sono molto specifiche sugli spazi della cucina, è uno tra i luoghi più discussi e analizzati della casa. La cucina è uno degli ambienti in cui il progetto è proprio speci catamente dipendente dagli stili di vita, da cosa ti piace mangiare, da quante persone è costituita la famiglia, dalla modalità di relazione dei suoi componenti, se vuoi preparare la cena al centro di un palcoscenico oppure vuoi nascondere la cucina perché non vuoi mostrare disordine, etc. Quindi capire come una famiglia o un individuo vive è di fondamentale importanza per capire come progettarla.
Pensando alla cucina come portavoce del cambiamento in casa, come sarà secondo lei nel prossimo futuro?
Guardando al futuro, penso che la cucina sarà sempre più in un collegamento fluido con gli elementi del soggiorno. Soprattutto nelle metropoli, dove gli spazi delle case sono più piccoli. Prevarrà, quindi, un’estetica ‘centrale’ e predominante nello spazio living: penso a tutti gli usi della cucina in chiave show cooking.
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