La versione integrale di questa intervista, pubblicata sul numero di maggio-giugno di Progetto Cucina, è disponibile on line a questo indirizzo
Fianco a fianco Paolo Lioy, presidente di Applia Italia, e Paolo Falcioni, direttore generale di Applia Europe, hanno presentato gli obiettivi che l’Associazione di categoria dei produttori di elettrodomestici sta cercando di raggiungere. L’organizzazione europea precorre i tempi e ha presentato un ‘Manifesto’ dedicato alla prossima legislatura, ovvero ai Parlamentari (e Commissari) europei che usciranno dalle votazioni europee dell’8 e 9 giugno.
In Italia gli interlocutori sono sempre gli stessi: quella che evolve, non per il meglio, è la gravità della situazione soprattutto sotto il profilo occupazionale. Tra gennaio e marzo molti brand hanno preannunciato riduzioni del personale che si aggiungono al frequente ricorso alla Cassa integrazione e ancora non sono chiare quali saranno le decisioni di Beko Europe in merito alle produzioni degli impianti ex Whirlpool.
Già prima che si profilassero questi rischi, l’Associazione di categoria aveva proposto forme di incentivazione alla ‘eco-rottamazione’ di elettrodomestici con oltre 10 anni, raccolte poi in una proposta di legge che ha iniziato il suo iter in Parlamento. Contemporaneamente Applia è riuscita ad aprire uno spazio di discussione con il Governo, in particolare con il Ministero dell’Industria e del Made in Italy, il cosiddetto ‘Tavolo filiera del bianco’
Progetto Cucina ha intervistato Paolo Lioy, presidente di Applia Italia.
In che misura l’adozione o la prospettiva dell’adozione di una misura come l’incentivo alla eco-rottamazione potrebbe rappresentare una carta da giocare nelle trattative che il Governo sta aprendo con diverse aziende, insomma una opportunità per ridurre l’impatto di eventuali chiusure o licenziamenti?
Senza entrare nel merito dei singoli tavoli di trattativa aziendali, al Tavolo della filiera del bianco abbiamo sostenuto che un sostegno al rinnovo del parco installato verso prodotti più efficienti è in grado di produrre sicuramente significativi impatti positivi per la sostenibilità e per la competitività dell’industria italiana. Una misura che stimoli la sostituzione delle vecchie apparecchiature agevolerebbe, quindi, allo stesso tempo i consumatori e l’industria nazionale, in quanto consentirebbe di orientare le scelte dei consumatori verso i prodotti più performanti dal punto di vista energetico e a maggiore valore aggiunto, segmento sul quale i produttori nazionali del settore sono da tempo focalizzati in termini di ricerca e sviluppo. Non dimentichiamo poi il beneficio che si otterrebbe per la filiera componentistica italiana – al secondo posto assoluto in Europa per valore della produzione – ampiamente impiegata nei prodotti finiti di fabbricazione estera venduti sul mercato italiano.
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