Cucina comanda colore: ritorno all’essenziale

Francesca Valan, esperta di progettazione del colore, analizza l’evoluzione delle tendenze cromatiche in cucina
Francesca Valan

Di seguito un estratto dall’articolo apparso sul numero di Maggio-Giugno di Progetto Cucina.

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Verde salvia, grigio, beige: accanto all’intramontabile bianco, negli ultimi anni in cucina hanno preso sempre più spazio tonalità naturali e neutre. Si tratta di colori destinati a durare? Progetto Cucina lo ha chiesto a Francesca Valan, industrial e color designer, docente di progettazione del colore e dei materiali al Politecnico di Milano e allo IED di Milano che, negli ultimi due anni, si è occupata di cucine per importanti aziende italiane e tedesche.
La palette delle cucine oggi sembra ferma soprattutto sui colori neutri (beige, grigio intenso) o legati alla natura (verde salvia, verde oliva, argilla, cotto, “mocha mousse”, cioccolato): sono queste le tendenze anche per i prossimi anni? 
Una volta nel design si potevano calcolare i cicli del colore in maniera matematica: tra un anno tornerà il blu, il giallo manca da quattro e così via. Oggi per fortuna ci siamo liberati da questa gabbia. I trend cromatici, per quanto riguarda la cucina, poi, sono morti con il Covid perché passare tanto tempo in casa ci ha messi di fronte ai nostri errori, alle scelte effimere, e siamo diventati più consapevoli dell’importanza di costruire in modo ragionato gli spazi. Abbiamo capito che, per sentirci bene in un ambiente come questo, che deve durare nel tempo, anche 30 anni, non possiamo inseguire le mode del momento. Ecco perché sono tornati a dominare tinte che comunicano calore, stabilità e sicurezza. Per la cucina della seconda casa, che non abbiamo sotto gli occhi tutto l’anno, invece, rimane la possibilità di sbizzarrirsi.
C’è una “regola aurea” quando si progetta questo ambiente? 
Soprattutto quella di essere in sintonia con la “cultura culinaria” del luogo, e puntare sui materiali naturali, che trasmettono un’idea di “salute” e benessere, altri valori legati al cibo, soprattutto nella cultura italiana. Piuttosto che un marmo finto, quindi, meglio la ceramica, il bambù o il legno cannettato. Cioè materiali piacevoli da toccare, che trasmettono autenticità nelle loro piccole irregolarità e contribuiscono a rendere la cucina un ambiente polisensoriale, dove vista e tatto vengono stimolati come olfatto, gusto e udito. Ecco, le nuove armonie di materiali e colori per la cucina puntano proprio sulla leggerezza e sulla possibilità di mettere più sensi in gioco.
Le dimensioni dell’ambiente contano nella scelta di colori e materiali? 
Naturalmente sì. Se la cucina è piccola e separata dal living, meglio puntare sul bianco e, semmai, osare con il colore nella parte bassa dei mobili, una scelta che porta leggerezza e movimento all’insieme. No, invece, al black&white, questo sì decisamente vecchio, superato. Le cucine a vista, più ampie, permettono di puntare anche su un monocolore importante, un salvia, (anche scuro, ma non nero, tinta che va bene solo se cucini la sera, mentre di giorno respinge) e “muoverlo” dal punto di vista tattile giocando con i materiali delle superfici. Aggiungendo poi tocchi di colore con i tessuti, le piante, i fiori.

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