Gennaio febbraio 2024
Questa volta dobbiamo ammetterlo: il Salone ha fatto centro. E lo ha fatto, a nostro avviso, quando l’anno scorso ha affidato a Lombardini22 il progetto di re-concept di Euroluce, che è stata una sorta di ‘prova generale’ di quello che vedremo quest’anno a EuroCucina e al Salone Internazionale del Bagno.
Certamente, la presidente Maria Porro ha avuto visione (e anche coraggio) a cambiare e a tradurre commercialmente quello che sarà il nuovo asset fieristico ma del resto, per continuare a essere la manifestazione di riferimento, che dà la linea al settore dell’arredo e del design, non si poteva restare immobili.
‘Da fiera a evento’, questo è l’obiettivo che il Salone si è prefissato e, per riuscirci, insieme a Lombardini22 ha fatto (e farà ancora) un grosso lavoro di ascolto e di studio, analizzando i comportamenti emotivi e inconsci delle persone che percorrono e abitano padiglioni e stand, per progettare esperienze utili e originali basate su comportamenti reali e nuovi ingaggi emozionali, esperienziali e relazionali volti a creare momenti e contatti di qualità.
E proprio da qui (e dai risultati emersi) nasce il nuovo EuroCucina, con percorsi completamente ridisegnati e pensati per semplificare ulteriormente la visita, per renderla più efficiente e per garantire pari accessibilità e visibilità a tutti gli espositori (per tutti i dettagli e le novità vi rimandiamo all’articolo di pag. 22). Ma il cambiamento più importante (e del quale si parla di più in questi mesi), è certamente il fatto che gli elettrodomestici non saranno più separati dalle cucine e i brand ad alta attrattiva saranno collocati vicini secondo un criterio di affinità per ottimizzare gli spostamenti. Così facendo i visitatori potranno avere accesso a tutti gli stand percorrendo la metà della distanza (rispetto all’allestimento tradizionale) e senza il rischio di confondersi o perdersi.
Cosa ne pensano le aziende? Ne abbiamo sentite molte in queste settimane (alcune dichiarazioni le trovate in questo numero) e se qualcuno resta titubante e dubbioso, la maggior parte ci ha confermato di aver accolto con entusiasmo il nuovo concept. Con tutti questi cambiamenti, appare chiaro che il Salone voglia dimostrare di sapersi (finalmente!) reinventare, di poter cambiare pelle e ‘somigliare’ di più alle aziende espositrici, semplificando la sua struttura per diventare più fluido e versatile rispetto alle nuove esigenze del mercato.
A chi si chiede se questo nuovo concept potrebbe rappresentare il futuro delle fiere di settore, noi rispondiamo di sì, ma solo se diventeranno ancora più fruibili, più personalizzate e se sapranno promuovere le partnership e la collaborazione tra aziende che, in un momento unico come quello del Salone, devono dimostrare la loro unicità facendo rete, rafforzandosi l’un l’altro, senza competere.
Arianna Sorbara
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